AFRODITE - Dea dell'Amore e della Bellezza.
Attrarre per ciò che si è, e non per ciò che si offre
Parlando di Amore e di come costruirlo in se stessi e nella propria esistenza, molti stimoli e spunti di riflessione e crescita ci vengono dalla figura mitologica di Afrodite, Dea dell’Amore e della Bellezza, dalle sue caratteristiche, dalle sue vicende e dalle sue conquiste e vicende amorose.
Afrodite corrisponde alla Venere dei romani, ed è considerata da tutti, divini e mortali, la più bella tra le Dee, la più irresistibile ed attraente, vero simbolo delll’Amore, di cui non solo si fa portatrice, ma che incarna e rappresenta, e regina della bellezza, della sensualità e sessualità.
Afrodite corrisponde alla Venere dei romani, ed è considerata da tutti, divini e mortali, la più bella tra le Dee, la più irresistibile ed attraente, vero simbolo delll’Amore, di cui non solo si fa portatrice, ma che incarna e rappresenta, e regina della bellezza, della sensualità e sessualità.
Il mito di nascita
Esistono due versioni della nascita e dell’origine mitologica di Afrodite.
Secondo Omero, Afrodite è figlia di Zeus e della ninfa del mare Dione.
Esiodo, nelle Teogonie, racconta che la sua nascita è frutto di un atto di violenza.
Afrodite, ‘colei che nasce dalle spume del mare’, si origina dalle divinità pre-olimpiche Urano (Cielo) e Gea (Terra). Questi erano abbracciati per un tempo eterno in una copula continua, fino a quando Crono (Saturno), loro figlio, Dio del Tempo, non li separò tagliando con un falcetto il fallo al padre Urano. Così cessò l’eternità, senza tempo, ed inizio il tempo.
Il fallo di Urano cadde nelle acque del mare, e dalle spume che si sollevarono nacque Afrodite, la Dea dell’Amore, la più elevata energia di legame che crea la vita negli dei e negli umani.
Così Afrodite rappresenta ‘quel che resta dell’eternità’, quell’Amore che ci fa sentire eterni nell’anima e che riecheggia nel senso di estasi e di infinito degli innamorati.
Afrodite nasce quindi come una Dea già adulta. Appena uscita dalle acque, fu trasportata da Zeffiro nell’isola di Citèra e poi a Cipro e fu accompagnata davanti all’assemblea degli Dei e accolta come una di loro.
Molti, colpiti dalla sua bellezza, la chiesero in sposa.
A differenza di altre Dee che non avevano scelto né i compagni né gli amanti (Persefone fu rapita, Demetra sedotta), Afrodite fu libera di scegliere e nella mitologia classica fu sempre la passione per eccellenza: la divinità dell'amore era quindi femminile, dea lussuriosa senza un compagno fisso, senza marito, che si accoppiava spesso e volentieri.
Ebbe molti amanti, divini e mortali, e nei rapporti amorosi fu compagna della seconda generazione di divinità maschili dell'Olimpo, non quella dei padri quali Zeus e Poseidone.
Il primo fu Adone, giovane e bellissimo cacciatore, fu compagna di Anchise, principe troiano, e dalla loro unione nacque Enea. Sposò poi Efesto, Dio dei fabbri, del fuoco e della fucina, conosciuto per essere zoppo e affumicato. Il suo amante per eccellenza fu però Ares, Marte, dal quale secondo alcune versioni, avrebbe avuto molti figli, fra cui Eros. L'altro suo amante fu Ermes, Mercurio, messaggero degli dei, da cui nacque il Dio bisessuale Ermafrodito.
Nata dal mare, Afrodite veniva venerata dai naviganti, come colei che rende il mare bello e tranquillo e sicura la navigazione. Le era sacro il delfino, allegro accompagnatore dei naviganti.
Ammansisce non soltanto il mare, ma rende bella anche la terra. E’ la Dea della primavera, stagione dei fiori ma anche dell’amore.
Afrodite veniva associata ai colombi, uccelli che tubano inseparabili; ai cigni, noti per la loro bellezza e fedeltà; ai fiori, in particolare le rose, tradizionalmente dono degli amanti; alle dolci fragranze, ai frutti, soprattutto le mele d'oro alle sensuali melagrane, rosse come la passione.
Afrodite era la bellezza in persona, la grazia e la leggiadria. Nessuno, infatti, riusciva a resistere al suo potere: tutti, uomini e animali, persino le piante a primavera, obbedivano al suo dolce richiamo.
I poeti ne hanno cantato la bellezza del volto e delle forme, dei capelli d'oro degli occhi verdeggianti, della pelle morbida e degli splendenti seni. Per Omero era l'amante del riso, piena di fascino irresistibile; fu soggetto preferito degli scultori che la ritraevano nudo semi vestita rivelando nel corpo pieno di grazia e di sensualità.
Secondo Omero, Afrodite è figlia di Zeus e della ninfa del mare Dione.
Esiodo, nelle Teogonie, racconta che la sua nascita è frutto di un atto di violenza.
Afrodite, ‘colei che nasce dalle spume del mare’, si origina dalle divinità pre-olimpiche Urano (Cielo) e Gea (Terra). Questi erano abbracciati per un tempo eterno in una copula continua, fino a quando Crono (Saturno), loro figlio, Dio del Tempo, non li separò tagliando con un falcetto il fallo al padre Urano. Così cessò l’eternità, senza tempo, ed inizio il tempo.
Il fallo di Urano cadde nelle acque del mare, e dalle spume che si sollevarono nacque Afrodite, la Dea dell’Amore, la più elevata energia di legame che crea la vita negli dei e negli umani.
Così Afrodite rappresenta ‘quel che resta dell’eternità’, quell’Amore che ci fa sentire eterni nell’anima e che riecheggia nel senso di estasi e di infinito degli innamorati.
Afrodite nasce quindi come una Dea già adulta. Appena uscita dalle acque, fu trasportata da Zeffiro nell’isola di Citèra e poi a Cipro e fu accompagnata davanti all’assemblea degli Dei e accolta come una di loro.
Molti, colpiti dalla sua bellezza, la chiesero in sposa.
A differenza di altre Dee che non avevano scelto né i compagni né gli amanti (Persefone fu rapita, Demetra sedotta), Afrodite fu libera di scegliere e nella mitologia classica fu sempre la passione per eccellenza: la divinità dell'amore era quindi femminile, dea lussuriosa senza un compagno fisso, senza marito, che si accoppiava spesso e volentieri.
Ebbe molti amanti, divini e mortali, e nei rapporti amorosi fu compagna della seconda generazione di divinità maschili dell'Olimpo, non quella dei padri quali Zeus e Poseidone.
Il primo fu Adone, giovane e bellissimo cacciatore, fu compagna di Anchise, principe troiano, e dalla loro unione nacque Enea. Sposò poi Efesto, Dio dei fabbri, del fuoco e della fucina, conosciuto per essere zoppo e affumicato. Il suo amante per eccellenza fu però Ares, Marte, dal quale secondo alcune versioni, avrebbe avuto molti figli, fra cui Eros. L'altro suo amante fu Ermes, Mercurio, messaggero degli dei, da cui nacque il Dio bisessuale Ermafrodito.
Nata dal mare, Afrodite veniva venerata dai naviganti, come colei che rende il mare bello e tranquillo e sicura la navigazione. Le era sacro il delfino, allegro accompagnatore dei naviganti.
Ammansisce non soltanto il mare, ma rende bella anche la terra. E’ la Dea della primavera, stagione dei fiori ma anche dell’amore.
Afrodite veniva associata ai colombi, uccelli che tubano inseparabili; ai cigni, noti per la loro bellezza e fedeltà; ai fiori, in particolare le rose, tradizionalmente dono degli amanti; alle dolci fragranze, ai frutti, soprattutto le mele d'oro alle sensuali melagrane, rosse come la passione.
Afrodite era la bellezza in persona, la grazia e la leggiadria. Nessuno, infatti, riusciva a resistere al suo potere: tutti, uomini e animali, persino le piante a primavera, obbedivano al suo dolce richiamo.
I poeti ne hanno cantato la bellezza del volto e delle forme, dei capelli d'oro degli occhi verdeggianti, della pelle morbida e degli splendenti seni. Per Omero era l'amante del riso, piena di fascino irresistibile; fu soggetto preferito degli scultori che la ritraevano nudo semi vestita rivelando nel corpo pieno di grazia e di sensualità.
Le caratteristiche di Afrodite che la rendono irresistibile
Nella mitologia greca, era una presenza che incuteva reverenza, perché provocava nei mortali e nelle divinità l’innamoramento e il concepimento di una nuova vita: rappresentava la passione
irresistibile, l’attrazione erotica, il forte istinto sessuale che lei per prima viveva con naturalezza nel presente. Ispirava la poesia, le parole persuasive e rappresentava il potere di trasformazione e di creazione proprio dell’Amore. Fu la Dea che ebbe il maggior numero di storie sessuali, seppur mantenendo l’indipendenza dagli uomini e la capacità di concentrarsi su quello che per lei era significativo e di fare ciò che le piaceva (così come quelle dee che Jean Bolen[1] definisce Dee Vergini, Atena, Estia, Artemide, che però mai ebbero relazioni con gli uomini). Al contempo sperimentò il legame, l’impegno, il matrimonio, con uomini e divinità, così come le Dee Vulnerabili (Era, Demetra, Persefone, che nel legame con gli uomini erano vittime) e fu madre, senza mai diventare dipendente o soffrire per un uomo. L'archetipo Afrodite determina il piacere che certe donne provano per l'amore, la bellezza, la sensualità e la sessualità. E’ l’Archetipo della donna che attraversa tutte le dimensioni della propria esistenza con partecipazione, mai con dipendenza o con sofferenza da vittima, né identificandosi nel ruolo di moglie o madre, ma vivendo di passioni proprie, per uomini, idee, figli, progetti, rimanendo centrata su sé stessa. Afrodite attribuisce maggior valore all’esperienza emotiva con gli altri che alla propria indipendenza dagli altri (come Atena e Artemide) o ai vincoli permanenti (come Era, Persefone, Demetra). Per Afrodite non sono tanto significative le esperienze, gli incontri, le relazioni in sé: il sapore speciale di ogni suo gesto e passo è dato piuttosto dal suo modo di vivere in pienezza e genuinità, assaporare interamente l'oggetto del suo amore, aderire ai propri desideri momento per momento, con presenza, abbandono e passione. Per lei i rapporti sono importanti ma non rappresentano impegni a lungo termine, e non è a questo obiettivo che mira, tendendo piuttosto a seguire ciò che le da piacere. Si interessa a uomini e idee aderendo ad un suo personale sentire di cosa è importante e di valore, senza valutalo in termini di riconoscimento o di conseguimento di qualcosa. |
La Nascita di Venere di M. Cabanel, 1863, Musée d'Orsay, Parigi
La nascita di Venere di William-Adolphe Bouguereau, 1879, Musée d'Orsay, Parigi
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Afrodite incarna proprio il principio del piacere fine a sé stesso, lei ama per il piacere di amare, e a differenza di altre, sceglie ad uno ad uno i suoi amanti, non subendo mai le altrui scelte. Con il suo cinto magico, che indossa per sedurre chiunque lei scelga di amare, fa dono della sua bellezza e del suo amore, senza scopi altri se non l’amore stesso.
La sua gratificazione personale è legata al suo personale valore ed al fatto di scegliere, ed è proprio questo che la rende irresistibile, la sua autenticità. Lei infatti incarna l’amore, prima di tutto per sé stessa, poi verso gli altri.
Afrodite non ama per compensare un vuoto, o per 'sistemarsi' o per procreare, lei basta a sé stessa e nonostante le innumerevoli relazioni,
ed il matrimonio con Efesto, ha l’energia di una single, tant’è che i suoi figli vengono allevati dai padri.
Altra cosa che la distingue, e la rende estremamente pericolosa agli occhi di uomini e donne più insicuri, è che Afrodite non mostra nessuna indecisione nell’esprimere la sua attrazione e utilizza l’erotismo come strumento di seduzione.
Lei sempre nel suo agire ama la chiarezza e la sincerità ed infatti tutto ciò che fa avviene sempre alla luce del sole.
Lei non attrae per ciò che offre, come altre Dee e mortali più materne e compassionevoli di Lei, ma per ciò che è, e proprio questo suo essere sé stessa fino in fondo produce la grande attrazione.
L’amore per Lei dunque può anche dare gioia agli altri, ma assolutamente non dipendenza. Lei non fa nulla per essere amata, bensì incarna l’amore, elargisce questo sentimento senza aspettarsi che arrivi dall’altro, come se permettesse all’altro di sperimentarlo attraverso sè stessa.
La compassione poco le appartiene. Nei confronti degli uomini con cui si rapporta ciò che conta è il suo desiderio e la sua scelta, che
deve prima di tutto gratificare lei.
Lei si specchia e si piace, indipendentemente dall’altrui giudizio. L’etica di questa irresistibile Dea non è legata alla morale collettiva né tantomeno a quella religiosa, bensì al senso del suo valore personale. Afrodite vuole condurci ad esplorare il grande tema del rapporto con sé stessi e la propria interiorità, in altre parole il grado della nostra autostima[2].
[1]Bolen J. (1991), Le dee dentro la donna, Astrolabio Editore, Roma
[2]Caregnato M., www.ilcerchiodellaluna.it
La sua gratificazione personale è legata al suo personale valore ed al fatto di scegliere, ed è proprio questo che la rende irresistibile, la sua autenticità. Lei infatti incarna l’amore, prima di tutto per sé stessa, poi verso gli altri.
Afrodite non ama per compensare un vuoto, o per 'sistemarsi' o per procreare, lei basta a sé stessa e nonostante le innumerevoli relazioni,
ed il matrimonio con Efesto, ha l’energia di una single, tant’è che i suoi figli vengono allevati dai padri.
Altra cosa che la distingue, e la rende estremamente pericolosa agli occhi di uomini e donne più insicuri, è che Afrodite non mostra nessuna indecisione nell’esprimere la sua attrazione e utilizza l’erotismo come strumento di seduzione.
Lei sempre nel suo agire ama la chiarezza e la sincerità ed infatti tutto ciò che fa avviene sempre alla luce del sole.
Lei non attrae per ciò che offre, come altre Dee e mortali più materne e compassionevoli di Lei, ma per ciò che è, e proprio questo suo essere sé stessa fino in fondo produce la grande attrazione.
L’amore per Lei dunque può anche dare gioia agli altri, ma assolutamente non dipendenza. Lei non fa nulla per essere amata, bensì incarna l’amore, elargisce questo sentimento senza aspettarsi che arrivi dall’altro, come se permettesse all’altro di sperimentarlo attraverso sè stessa.
La compassione poco le appartiene. Nei confronti degli uomini con cui si rapporta ciò che conta è il suo desiderio e la sua scelta, che
deve prima di tutto gratificare lei.
Lei si specchia e si piace, indipendentemente dall’altrui giudizio. L’etica di questa irresistibile Dea non è legata alla morale collettiva né tantomeno a quella religiosa, bensì al senso del suo valore personale. Afrodite vuole condurci ad esplorare il grande tema del rapporto con sé stessi e la propria interiorità, in altre parole il grado della nostra autostima[2].
[1]Bolen J. (1991), Le dee dentro la donna, Astrolabio Editore, Roma
[2]Caregnato M., www.ilcerchiodellaluna.it
Afrodite e le Architetture d’Amore
Abbiamo parlato di Architetture d'Amore, come possibilità di costruire dentro ed intorno a noi amore partendo dalla aderenza a sé stessi, dal contatto con i bisogni e desideri autentici su cui costruire le proprie relazioni e la propria esistenza. Ecco che l'archetipo e la coscienza della dea Afrodite ci possono fornire stimoli e un modello comportamentale e ideale che mette la fedeltà a sé stessi avanti ai bisogni e desideri altrui, rendendoci attraenti e felici. E rendendoci insieme più aperti, più disponibili, più amorevoli e maggiormente capaci di stare accanto agli altri rispettandoli e amandoli, così come facciamo con noi stessi.
Afrodite, infatti, ama se stessa e la vita e la attraversa con meraviglia, passione, naturalezza, coinvolta con tutti i sensi. Questa stima di sé ed il vivere aderendo ai propri desideri e partecipando in pienezza, abbiamo visto la rende irresistibile, e ricolma di bellezza ogni cosa che la interessa e su cui mette l’attenzione, rendendo la cosa stessa irresistibile.
Come scrive Jean Bolen, chiunque si innamori di una persona, di un luogo, di una idea o di una cosa, la avvicina e la accoglie con la coscienza Afrodite, con una attitudine ricettiva e attenta a cogliere l’intensità e la bellezza dell’altro.
Il modo ‘da innamorata’ con cui Afrodite si prende cura di una persona come se fosse bella e affascinante, è legato alla capacità che ha di dare attenzione totale all’altro, attenzione che si sviluppa naturalmente e liberamente quando si è in armonia ed aderenza a noi stessi, e quando si è capaci di dare attenzione totale a sé stessi.
Questa attenzione totale con cui Afrodite partecipa all’esistenza, a sé stessa e quindi all’altro, le permette di notare in chi ha di fronte il fascino e la bellezza, e di risvegliarla.
Afrodite, infatti, ama se stessa e la vita e la attraversa con meraviglia, passione, naturalezza, coinvolta con tutti i sensi. Questa stima di sé ed il vivere aderendo ai propri desideri e partecipando in pienezza, abbiamo visto la rende irresistibile, e ricolma di bellezza ogni cosa che la interessa e su cui mette l’attenzione, rendendo la cosa stessa irresistibile.
Come scrive Jean Bolen, chiunque si innamori di una persona, di un luogo, di una idea o di una cosa, la avvicina e la accoglie con la coscienza Afrodite, con una attitudine ricettiva e attenta a cogliere l’intensità e la bellezza dell’altro.
Il modo ‘da innamorata’ con cui Afrodite si prende cura di una persona come se fosse bella e affascinante, è legato alla capacità che ha di dare attenzione totale all’altro, attenzione che si sviluppa naturalmente e liberamente quando si è in armonia ed aderenza a noi stessi, e quando si è capaci di dare attenzione totale a sé stessi.
Questa attenzione totale con cui Afrodite partecipa all’esistenza, a sé stessa e quindi all’altro, le permette di notare in chi ha di fronte il fascino e la bellezza, e di risvegliarla.
Afrodite Callipigia, scultura marmorea I-II secolo d.C. Museo Archeologico Nazionale di Napoli
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Afrodite non genera soltanto un desiderio sessuale ma il desiderio di conoscere e di essere conosciuti. L’effetto di attrazione non è circoscritto alla sfera romantica e erotica: l’amore platonico, l’unione d’anima, l’amicizia profonda, il contatto esistenziale, la comprensione empatica sono tutte sue espressioni d’Amore.
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La presenza di Afrodite a sé stessa, all’altro ed all’esistenza è presenza consapevole, aderente a sé stessa, rispettosa e interessata all’unicità dell’altro. Ed è presenza diffusa, cioè non mirata ad un obiettivo, o razionale, ma che coinvolge tutte le dimensioni possibili di partecipazione alla vita: sessuale, fisica, emotiva, affettiva, cognitiva, spirituale, trans personale. E’ una presenza che, nel sentirsi libera di essere fedele a sé stessa in ogni momento, si interessa all’altro e alla vita con amore, entusiasmo, freschezza, passione: la fedeltà a sé stessa diventa una forma di valorizzazione dell’altro ed un modo per trasmettergli amore.
Afrodite crede nell’altro perché crede in sé stessa ed è compagna del sogno del proprio uomo, del proprio amato e della propria amata: ne vede le potenzialità ed è capace di credere nei loro sogni e di ispirarli a realizzarli. La presenza serena e consapevole a sé stessa di Afrodite, la rende capace di stare accanto all’altro stimolandone le potenzialità, l’individualità e l’emersione della creatività e delle risorse: l’Amore che Afrodite ha per sé stessa crea una atmosfera alchemica che fa emergere la bellezza dell’altro e diventa potere ispiratore e di trasformazione
verso altrettanta liberta ed espressione autentica di sé.
L'atmosfera alchemica che si respira vicino ad Afrodite, somiglia a quelle condizioni che credo capaci di realizzare Architetture d’Amore, cioè quel terreno di libertà liberatoria e di autenticità in cui fiorisce l’Amore.
Vicino ad Afrodite, vicino a donne e uomini che coltivano e sviluppano in sé la coscienza Afrodite e l’aderenza a se stessi, ha luogo una crescita, una apertura, una scoperta: si sprigiona benessere, potenziata, vitalità e lo scambio umano ed emotivo si fa brillante, stimolante, evolutivo. Quando c’è una scintilla di creatività, quando si liberano idee e risorse, significa che Afrodite è nell’aria, che la coscienza amante dell’esistenza, di sé stessi e degli altri, liberi e autentici, ha creato le condizioni perché si liberi la vita e la fioritura di ciascuno verso la propria naturale espressione e realizzazione.
Afrodite crede nell’altro perché crede in sé stessa ed è compagna del sogno del proprio uomo, del proprio amato e della propria amata: ne vede le potenzialità ed è capace di credere nei loro sogni e di ispirarli a realizzarli. La presenza serena e consapevole a sé stessa di Afrodite, la rende capace di stare accanto all’altro stimolandone le potenzialità, l’individualità e l’emersione della creatività e delle risorse: l’Amore che Afrodite ha per sé stessa crea una atmosfera alchemica che fa emergere la bellezza dell’altro e diventa potere ispiratore e di trasformazione
verso altrettanta liberta ed espressione autentica di sé.
L'atmosfera alchemica che si respira vicino ad Afrodite, somiglia a quelle condizioni che credo capaci di realizzare Architetture d’Amore, cioè quel terreno di libertà liberatoria e di autenticità in cui fiorisce l’Amore.
Vicino ad Afrodite, vicino a donne e uomini che coltivano e sviluppano in sé la coscienza Afrodite e l’aderenza a se stessi, ha luogo una crescita, una apertura, una scoperta: si sprigiona benessere, potenziata, vitalità e lo scambio umano ed emotivo si fa brillante, stimolante, evolutivo. Quando c’è una scintilla di creatività, quando si liberano idee e risorse, significa che Afrodite è nell’aria, che la coscienza amante dell’esistenza, di sé stessi e degli altri, liberi e autentici, ha creato le condizioni perché si liberi la vita e la fioritura di ciascuno verso la propria naturale espressione e realizzazione.
Registro AssoCounseling n.A0856 - Professione disciplinata ai sensi della Legge n° 4/2013