La dimensione spirituale
Verso una visione spirituale dell’esistenza
La convinzione di partenza della Psicologia Umanistica Esistenziale, e del Counseling centrato sulla persona, che crede che ciascun individuo abbia in sé tutte le risposte, le risorse e tutto ciò che gli serve per affrontare in autonomia e benessere la propria vita, ha aperto in me una prospettiva spirituale su quella saggezza intima che il Counselor accompagna il cliente a riscoprire e contattare.
Accedere a quello spazio interno e incontaminato al centro di ciascuno di noi per me significa aprire una finestra su una dimensione spirituale di silenzio, pace e armonia in cui è possibile assaporare la comunione con tutti gli esseri viventi, la natura, il pianeta Terra, l’Universo e di percepirsi come parti integranti di una unica realtà interconnessa accendendo la scintilla divina che è in ognuno di noi[1].
Una dimensione dove è possibile assaporare una multicolore infinità di vibrazioni, contattare la propria saggezza personale in quanto parte integrante di quella intelligenza cosmica che muove i pianeti, le maree, che spinge la natura e gli esseri viventi verso i propri cicli di nascita, crescita e morte in una ciclicità senza fine dove ciascun essere è amato, è al sicuro e percepisce di far parte di un disegno grande che da un senso profondo al proprio passaggio sulla terra. Credo quindi che tutti quei mezzi che permettono l’accesso a questa dimensione e l’apertura verso questo mondo interiore (come la musica, la danza, la meditazione, lo yoga, l’ipnosi regressiva, le letture di testi sacri, le discipline orientali, etc) possano aiutare la persona ad inquadrare in una visione più ampia la propria esistenza verso una lettura degli eventi, delle esperienze di vita anche dolorose e degli ostacoli che ne porti a cogliere il lato migliore, il messaggio costruttivo e l’insegnamento che portano. Questo contribuisce ad allargare la visuale al proprio disegno di vita piuttosto che al solo singolo evento e a dare quella comprensione delle interconnessioni, quella lettura del disegno grande e quella fiducia nelle capacità personali che chiarisce i significati e conduce verso un cammino di serenità e speranza.
Inoltre poiché tutto è già dentro di noi, credo ciò che ci accade nella nostra vita avvenga prima di tutto dentro di noi; l’altro e le esperienze di vita ci fanno da specchio per sciogliere, chiarire, illuminare quello che di volta in volta rappresenta il nostro nodo da sciogliere, il prossimo passo di consapevolezza da fare. Il rivolgere l’attenzione, l’energia e l’impegno all’interno di noi stessi ci rende capaci di riprogrammarci autenticamente come un essere unico ed unito e di attrarre poi nella vita e nelle relazioni esperienze di pienezza e soddisfazione piuttosto che di mancanza o di bisogno.
Accedere a quello spazio interno e incontaminato al centro di ciascuno di noi per me significa aprire una finestra su una dimensione spirituale di silenzio, pace e armonia in cui è possibile assaporare la comunione con tutti gli esseri viventi, la natura, il pianeta Terra, l’Universo e di percepirsi come parti integranti di una unica realtà interconnessa accendendo la scintilla divina che è in ognuno di noi[1].
Una dimensione dove è possibile assaporare una multicolore infinità di vibrazioni, contattare la propria saggezza personale in quanto parte integrante di quella intelligenza cosmica che muove i pianeti, le maree, che spinge la natura e gli esseri viventi verso i propri cicli di nascita, crescita e morte in una ciclicità senza fine dove ciascun essere è amato, è al sicuro e percepisce di far parte di un disegno grande che da un senso profondo al proprio passaggio sulla terra. Credo quindi che tutti quei mezzi che permettono l’accesso a questa dimensione e l’apertura verso questo mondo interiore (come la musica, la danza, la meditazione, lo yoga, l’ipnosi regressiva, le letture di testi sacri, le discipline orientali, etc) possano aiutare la persona ad inquadrare in una visione più ampia la propria esistenza verso una lettura degli eventi, delle esperienze di vita anche dolorose e degli ostacoli che ne porti a cogliere il lato migliore, il messaggio costruttivo e l’insegnamento che portano. Questo contribuisce ad allargare la visuale al proprio disegno di vita piuttosto che al solo singolo evento e a dare quella comprensione delle interconnessioni, quella lettura del disegno grande e quella fiducia nelle capacità personali che chiarisce i significati e conduce verso un cammino di serenità e speranza.
Inoltre poiché tutto è già dentro di noi, credo ciò che ci accade nella nostra vita avvenga prima di tutto dentro di noi; l’altro e le esperienze di vita ci fanno da specchio per sciogliere, chiarire, illuminare quello che di volta in volta rappresenta il nostro nodo da sciogliere, il prossimo passo di consapevolezza da fare. Il rivolgere l’attenzione, l’energia e l’impegno all’interno di noi stessi ci rende capaci di riprogrammarci autenticamente come un essere unico ed unito e di attrarre poi nella vita e nelle relazioni esperienze di pienezza e soddisfazione piuttosto che di mancanza o di bisogno.
In questa prospettiva spirituale della crescita personale, credo profondamente nel potere della gioia e della positività come vie per
allentare le tensioni, le sofferenze, le paure e le rigidità verso un abbandono fiducioso verso la propria saggezza e verso l’abbraccio amoroso dell’Universo che guideranno passi nuovi sereni, sicuri autonomi e consapevoli.
Si perché questo contatto intimo e profondo con il potere dell’Universo a mio parere acquista maggior valore se è in grado di dare all’individuo quella spinta positiva e attiva che lo porta ad agire nel mondo per plasmarsi la propria realtà in modo più consapevole e soddisfacente. Sri Aurobindo, maestro spirituale e filosofo indiano, affermava: “Verità e conoscenza sono un sogno vano se la Conoscenza non da il potere di cambiare il mondo”[2]. E ancora: “Le circostanze esterne sono l’esatta conseguenza di quello che noi siamo. … Il nostro vero nemico non sta in una forza a noi estranea ma nella nostra piagnucolosa debolezza, nella nostra vita, nel nostro miope sentimentalismo” “Divento quello che vedo dentro di me. Questa dovrebbe essere la fede incrollabile dell’uomo in sé stesso, perché Dio abita in lui”[3]. |
Sri Aurobindo
Mistico e filosofo indiano (1872 – 1950) |
Quando l’individuo riesce a contattare le infinite melodie dell’Universo e del proprio cuore può smettere di combattere con sé stesso come gli hanno insegnato a fare, può smettere di combattere e può finalmente lasciarsi andare a sé stesso, danzare la propria danza e trasformare nella gioia e nella serenità la propria esperienza intima, e insieme quella pratica, di vita. Scrive Osho:
“Non condannarti. Hai ricevuto tantissime condanne e le hai accettate tutte. In questo modo ti fai del male continuamente.
Nessuno pensa di avere valore, di essere una splendida creatura di Dio, nessuno crede di essere necessario a qualcosa. …
Se ti condanni come potrai crescere? Come potrai adorare l’esistenza?
Puoi diventare parte del tutto solo se hai un grande rispetto per il Dio che dimora in te.
Ama te stesso. Il giorno in cui potrai sentirti stimato e amato dall’esistenza, sarà un giorno di grande estasi”[4].
[1] Caddy E. (1986), Le porte interiori, meditazioni quotidiane, Edizioni Amrita, Torino
[2] Sri Aurobindo (1996), Guida allo Yoga, Edizioni Mediterranee, Roma
[3] Satprem (2004), Sri Aurobindo, l’avventura della coscienza, Edizioni Mediterranee, Roma
[4] Osho (2006), Con te e senza di te, Oscar Mondatori, Milano
“Non condannarti. Hai ricevuto tantissime condanne e le hai accettate tutte. In questo modo ti fai del male continuamente.
Nessuno pensa di avere valore, di essere una splendida creatura di Dio, nessuno crede di essere necessario a qualcosa. …
Se ti condanni come potrai crescere? Come potrai adorare l’esistenza?
Puoi diventare parte del tutto solo se hai un grande rispetto per il Dio che dimora in te.
Ama te stesso. Il giorno in cui potrai sentirti stimato e amato dall’esistenza, sarà un giorno di grande estasi”[4].
[1] Caddy E. (1986), Le porte interiori, meditazioni quotidiane, Edizioni Amrita, Torino
[2] Sri Aurobindo (1996), Guida allo Yoga, Edizioni Mediterranee, Roma
[3] Satprem (2004), Sri Aurobindo, l’avventura della coscienza, Edizioni Mediterranee, Roma
[4] Osho (2006), Con te e senza di te, Oscar Mondatori, Milano
La dimensione spirituale nel Counseling
Questo è lo sguardo attraverso il quale, nel mio lavoro di Counselor, mi dispongo a guardare la persona quando si siede davanti a me e mi manifesta le sue sofferenze ed i suoi disagi: la ascolto, la comprendo e sento insieme a lei le sofferenze, la tristezza e la fatica.
E mentre ascolto attivamente, e con il mio modo di essere cerco di creare le condizioni per accompagnarlo a conoscersi e attivare le proprie risorse, mi dico e le dico, dentro di me:
“tu sai, tu sai tutto, tu già sai devi solo riscoprirlo, ricordarlo, ritrovarlo. Tu sei luce, tu hai le capacità per trovare in te quel diamante che illuminerà tutta la tua esistenza in modo consapevole e autentico, tu ce la puoi fare, tu ce la fai”[1].
E’ come se una parte di me senza parole parlasse a quella parte della persona che sa, al suo nucleo sano e luminoso che da solo sa cosa è bene per sé stesso e che per tante circostanze di crescita e di vita è stato soffocato e plasmato ma con cui è sempre possibile comunicare senza le parole con l’intento naturale più che intenzionale di nutrirlo, di consolarlo, di curarlo, attivarlo.
Ho sperimentato nel mio lavoro che sotto questo sguardo la persona tende a rasserenarsi e ad entrare in quella dimensione di pace interiore e comprensione profonda che crea quel silenzio e quel vuoto da cui è possibile attingere energia e risorse nuove, autentiche e pulite per ripartire nella vita e nei confronti del proprio problema con occhi nuovi e modalità nuove.
Come insegnava in una lezione del Master di formazione in Counseling Alessandra Caporale, Counselor professionista, trainer e supervisore, essere un buon Counselor significa prima di tutto un'adesione profonda a sé stessi come persone e come esseri umani; significa prendersi la libertà di essere, di essere sé stessi e di esistere pienamente portando nel mondo quello che abbiamo da dire e da portare come esseri umani che conoscono il valore del sentirsi, dell’ascolto di sé stessi, del farsi domande e cercare le proprie risposte, del sognare e credere nei propri sogni, del desiderare, desiderare il benessere personale ed una piena realizzazione della nostra essenza ed esistenza.
Aderire a quello che sentiamo dentro di noi ed essere l’esempio esistente di ciò che realmente ed autenticamente siamo e che abbiamo da dire al mondo, porta nella professione del Counselor quella passione ed energia che non solo aiutano la persona a fare altrettanto ed a focalizzarsi su sé stessa, ma creano uno spazio di serenità e accettazione che può aprire la porta sulla dimensione spirituale della relazione.
Qui il Counselor riesce a distinguere fra ciò che la persona fa e ciò che la persona è e, poiché non ha in sé la categoria del giudizio, può andare al di là del comportamento e contattare e parlare al nucleo sano, puro, incontaminato della persona che è sacro e connesso all’intero Universo e con cui si può alleare nell’intimo, anche senza usare le parole, e che può così nutrire e su cui può costruire un cambiamento positivo insieme alla persona, partendo dall’amore e dal perdono verso sé stesso per primo quando le intenzioni si discostano dalle azioni.
Lo psicoterapeuta Angelo Bona, esperto in Ipnosi Regressiva, scrive:
“Vivi l’Essenza e cerca all’interno di te, cerca ogni tua risposta, non è necessario cercarla fuori di te ma all’interno del proprio cuore.
Siate lievi, siate lieti, state nella Gioia, affinate i vostri sensi, utilizzate il pensiero laterale, l’emisfero destro del cervello, favorite la creatività per crescere di vibrazione spirituale…questo genera armonia, l’armonia crea equilibrio, l’equilibrio produce rilassamento, il rilassamento favorisce la pace… così da perdere l’affanno e giocare, gioire e utilizzare tutti quei meravigliosi strumenti come la danza, la musica, la poesia per connetterci con vibrazioni più elevate e raggiungere la consapevolezza di chi noi realmente siamo che è un tutt’Uno con l’Universo” [2].
[1] Krishnananda (2004), Fiducia e sfiducia,. Imparare dalle delusioni della vita, Universale Economica Feltrinelli, Milano
[2] Bona A. (2009), Il palpito dell’Uno, Arnoldo Mondatori Editore, Milano
E mentre ascolto attivamente, e con il mio modo di essere cerco di creare le condizioni per accompagnarlo a conoscersi e attivare le proprie risorse, mi dico e le dico, dentro di me:
“tu sai, tu sai tutto, tu già sai devi solo riscoprirlo, ricordarlo, ritrovarlo. Tu sei luce, tu hai le capacità per trovare in te quel diamante che illuminerà tutta la tua esistenza in modo consapevole e autentico, tu ce la puoi fare, tu ce la fai”[1].
E’ come se una parte di me senza parole parlasse a quella parte della persona che sa, al suo nucleo sano e luminoso che da solo sa cosa è bene per sé stesso e che per tante circostanze di crescita e di vita è stato soffocato e plasmato ma con cui è sempre possibile comunicare senza le parole con l’intento naturale più che intenzionale di nutrirlo, di consolarlo, di curarlo, attivarlo.
Ho sperimentato nel mio lavoro che sotto questo sguardo la persona tende a rasserenarsi e ad entrare in quella dimensione di pace interiore e comprensione profonda che crea quel silenzio e quel vuoto da cui è possibile attingere energia e risorse nuove, autentiche e pulite per ripartire nella vita e nei confronti del proprio problema con occhi nuovi e modalità nuove.
Come insegnava in una lezione del Master di formazione in Counseling Alessandra Caporale, Counselor professionista, trainer e supervisore, essere un buon Counselor significa prima di tutto un'adesione profonda a sé stessi come persone e come esseri umani; significa prendersi la libertà di essere, di essere sé stessi e di esistere pienamente portando nel mondo quello che abbiamo da dire e da portare come esseri umani che conoscono il valore del sentirsi, dell’ascolto di sé stessi, del farsi domande e cercare le proprie risposte, del sognare e credere nei propri sogni, del desiderare, desiderare il benessere personale ed una piena realizzazione della nostra essenza ed esistenza.
Aderire a quello che sentiamo dentro di noi ed essere l’esempio esistente di ciò che realmente ed autenticamente siamo e che abbiamo da dire al mondo, porta nella professione del Counselor quella passione ed energia che non solo aiutano la persona a fare altrettanto ed a focalizzarsi su sé stessa, ma creano uno spazio di serenità e accettazione che può aprire la porta sulla dimensione spirituale della relazione.
Qui il Counselor riesce a distinguere fra ciò che la persona fa e ciò che la persona è e, poiché non ha in sé la categoria del giudizio, può andare al di là del comportamento e contattare e parlare al nucleo sano, puro, incontaminato della persona che è sacro e connesso all’intero Universo e con cui si può alleare nell’intimo, anche senza usare le parole, e che può così nutrire e su cui può costruire un cambiamento positivo insieme alla persona, partendo dall’amore e dal perdono verso sé stesso per primo quando le intenzioni si discostano dalle azioni.
Lo psicoterapeuta Angelo Bona, esperto in Ipnosi Regressiva, scrive:
“Vivi l’Essenza e cerca all’interno di te, cerca ogni tua risposta, non è necessario cercarla fuori di te ma all’interno del proprio cuore.
Siate lievi, siate lieti, state nella Gioia, affinate i vostri sensi, utilizzate il pensiero laterale, l’emisfero destro del cervello, favorite la creatività per crescere di vibrazione spirituale…questo genera armonia, l’armonia crea equilibrio, l’equilibrio produce rilassamento, il rilassamento favorisce la pace… così da perdere l’affanno e giocare, gioire e utilizzare tutti quei meravigliosi strumenti come la danza, la musica, la poesia per connetterci con vibrazioni più elevate e raggiungere la consapevolezza di chi noi realmente siamo che è un tutt’Uno con l’Universo” [2].
[1] Krishnananda (2004), Fiducia e sfiducia,. Imparare dalle delusioni della vita, Universale Economica Feltrinelli, Milano
[2] Bona A. (2009), Il palpito dell’Uno, Arnoldo Mondatori Editore, Milano
Registro AssoCounseling n. A0856 - Professione disciplinata ai sensi della Legge n° 4/2013