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Il maschile ed il femminile - Il Counseling al femminile

Il maschile ed il femminile

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All’interno del confronto che comunemente viene fatto fra il principio maschile e quello femminile, spesso identificati con il maschio e la femmina biologici, io credo che una realizzazione piena e  soddisfacente delle potenzialità umane stia nel riconoscimento e nell’integrazione all'interno di ciascun individuo fra le modalità che vengono incarnate dal “maschile”, principio Yang, regno dello spirito, della determinazione e dell'azione e quelle rappresentate dal “femminile”, il principio Yin della ricettività, del prendersi cura e della sensibilità.
Queste due componenti sono per me complementari ed interconnesse e, se sono consapevolmente presenti all’interno della persona e si equilibrano, possono contribuire a creare una manifestazione autentica e piena dell'essere umano.

In questa prospettiva, all'interno di un percorso di crescita personale e di autoconsapevolezza, credo sia importante orientare il lavoro secondo gli stimoli che Carl Jung ha portato su questi temi.  gli sosteneva che sia uomini che donne siano portatori di archetipi ideali maschili e femminili: anima, la personalità femminile così come l'uomo se la rappresenta nel suo inconscio, e animus, la controparte maschile dell'anima nella donna.
Questi principi, entrambi necessari all'equilibrio della persona, sono informazioni trasmesse in modo ereditario in base all'appartenenza dell'individuo ad una determinata società e cultura e si definiscono grazie alle esperienze vissute nella relazione con i propri genitori. Secondo Jung la persona potrà tendere a realizzare direttamente, esprimendolo, il proprio partner interiore ideale oppure a proiettarlo sul proprio compagno all'interno delle relazioni; l'attrazione che ciascuno di noi prova per il sesso opposto non è quindi generica, ma si orienta verso specifiche caratteristiche che ci attraggono più di altre, poiché ciascuno ha in testa un uomo o una donna ideale che cerca nell’altro.  
 
Proprio in questa prospettiva junghiana, nel mio lavoro come Counselor trovo prezioso agevolare un percorso di esplorazione delle proprie immagini interiori di maschile e femminile facendo emergere queste eventuali componenti introiettate ed ideali che spesso non sono consapevoli. Il comprendere come  alcune delle convinzioni o luoghi comuni che molti di noi hanno sull’essere uomo oppure donna siano più prodotti culturali e familiari, maschili e femminili, piuttosto  che principi autentici all'interno della persona, aiuta a fare un collegamento fra questi stessi ideali che muovono nel mondo alla ricerca di  relazioni affettive e la qualità delle relazione affettive, più o meno soddisfacenti, che così si creano. 

Lavorando fenomenologicamente sul presente, sul 'qui ed ora' dell’esperienza esistenziale, affettiva e relazionale che la persona vive, attraverso il recupero e la comprensione di questi archetipi interiorizzati diventa possibile contattare quelle caratteristiche, emozioni e verità soggettive profonde presenti all’interno della persona, quella saggezza interiore che sa e sente cosa è bene per lei e ciò che realmente significa stare nel mondo attraverso proprie  modalità maschili e femminili, indipendentemente dal genere.

Si possono ridefinire quindi i propri archetipi interiori di femminile - madre e maschile - padre che ci sosterranno come supporto interno nel modo amorevole, benevolo e comprensivo di guardare a noi stessi (sostegno interno femminile e materno) e insieme nel modo fiducioso, energico, attivo e autonomo di muoversi nel mondo (sostegno interno maschile e paterno).

Questo lavoro introspettivo cambia la modalità di relazionarsi con sé stessi ed arriva ad incidere positivamente nelle relazioni affettive trasformandole in esperienze soddisfacenti e consapevoli.


Il Counseling al femminile

L’esperienza di essere donna in questo momento storico, in cui la femminilità viene spesso associata all’esteriorità, alla giovinezza ed all’appetibilità sessuale che ha per l’uomo mi ha permesso di avvicinarmi alla psicologia della donna in modo personale e consapevole.
Con alle spalle un'educazione, e conseguenti esperienze relazionali, di orientamento all’uomo ed al sentirsi realizzate nel soddisfare bisogni, aspettative e desideri di un marito e dei figli, molte donne si trovano ad affrontare l'esperienza del sacrificarsi senza riconoscimento, del tradimento, dell’abbandono.
Si apre spesso una profonda crisi personale e momenti di disorientamento che possono rappresentare un'opportunità per avviare una introspezione ed una intenzionale e consapevole pulizia da quelle convinzioni introiettate che inducono ad agire un modello di donna che può non corrispondere alla propria chiamata interiore autentica. Possono nascere degli interrogativi che avviano alla riscoperta di sé stesse e del proprio valore e ad una maggiore consapevolezza personale:

Come restare in piedi “da sola”?
Come acquistare la percezione di esistere, di essere viva anche senza un uomo accanto?
Come accedere alla sorgente della forza personale come donna?
 

E ancora:

Cosa vuol dire essere donna[1] e cosa significa essere donna oggi?
Come raccogliere l’eredità di lotte per l’uguaglianza e trasformare in motore del cambiamento quella sensazione di incapacità e di inferiorità che è ancora oggi spesso sotterraneamente presente nelle donne
[2]?
Come prendere in mano la propria vita assumendosi la responsabilità del proprio ruolo nel mondo, dell’immagine che diamo, del messaggio che mandiamo, dei rapporti che ci creiamo? Come passare da potenziali vittime passive degli eventi ad attrici della propria vita?
Quali messaggi introiettati, genitoriali, educativi e sociali, agiscono automaticamente in noi
e ci rendono deboli?
Da dove la sensazione, come donne, di mancare di qualcosa?
Come riprogrammarsi un modo personale, autentico di essere femmine? Come manifestarlo? Come crearsi relazioni affettive soddisfacenti?
 
 
La natura femminile non è quella dell’obbedienza nel silenzio o dello stare al posto dove si viene messe per cultura o ignoranza ma è quella di vivere il proprio mistero brillando della propria luce, che peraltro è vocazione e diritto di ogni essere umano.
Le civiltà più arcaiche videro il prevalere dei culti collegati al principio femminile e all’archetipo della Grande Madre, colei che era in contatto con le forze della vita e poteva generare, far crescere, dare nutrimento e protezione. La Luna col suo ciclico rinnovarsi legato ai ritmi di crescita dei raccolti, e con le sue fasi mensili che rispecchiano i ritmi del corpo femminile, è sempre stata collegata alla fecondità, della Terra e delle donna e quindi al mito della Grande  Madre[3].
Dopo la fase di adorazione della Luna corrispondente al Matriarcato nella storia, l’uomo passò al Patriarcato e cambiò le sue divinità cominciando ad orientarsi sul Sole quale centro dell’Universo,
astro più brillante, che brilla di luce propria e non riflessa e che attrae a sé  tutti gli altri pianeti del nostro sistema solare.
Ho l’impressione che questo 'orientarsi al Sole' come qualcosa di esterno da sé sia quello che ancora oggi risulta come imprinting interiore della donna attuale, cioè l’orientarsi all’uomo che la illumina, la accende di luce riflessa, dona senso alla sua vita e che rappresenta il centro del suo universo interiore ed esteriore. 

Un percorso di Counseling al femminile può essere in molti casi utile per accompagnare la donna a scoprire questa dimensione originaria matriarcale ed a contattare la Dea che risiede dentro ciascuna di  noi, trovare la spinta esistenziale e di realizzazione personale dentro sé stesse spostandosi consapevolmente dal considerare come proprio Dio l'uomo. Attraverso la comprensione della nostra storia e di come possiamo venir “costruite”, piuttosto che aiutate ad esprimere noi stesse, si può agevolare la donna di qualunque età a ritrovare la consapevolezza della propria luce interiore e di come la propria vita può diventare più soddisfacente e piena se impara ad ascoltarsi e ad orientarsi sui propri bisogni e desideri piuttosto che su quelli del sproprio uomo (o della società) orientandosi verso una fruttuosa interdipendenza dall’uomo stesso. 

Nell’ottica di integrazione più che di separazione, credo che possa essere utile accompagnare le donne a sperimentare tutte le proprie potenzialità e quindi contattare, conoscere e vivere in pienezza sia la loro parte femminile materna di ricettività, sensibilità, nutrimento, accoglienza sia la parte maschile paterna di azione, costruzione, forza e determinazione che possono essere stimolate nelle varie fasi del percorso di Counseling.

Può essere interessante e costruttivo far conoscere alle donne un personaggio interiore che lo psicoterapeuta Angelo Bona  chiama zerbina[4] in cui vivono molte donne che dipendono da
amori non corrisposti, oppure come accada spesso che il nostro inconsapevole sentirsi incomplete e mancanti come donne, cercando un complemento affettivo ed esistenziale in un uomo, possa condurci ad attrarre relazioni insoddisfacenti e distruttive per noi[5]. 

Counseling al femminile, quindi, innanzi tutto per conoscersi come donne, per cogliere le sfumature nascoste delle nostre vite, per conoscere le nostre ombre, per sperimentare la nostra creatività, per riconoscere la nostra ambiguità, il sole e la luna dentro di noi, per crescere e celebrare la nostra forza primordiale fatta di connessione con la terra, con la natura e con le vibrazioni più sottili dell'esistenza.
E da qui ripartire nel mondo e nelle relazioni con una nuova prospettiva che parta da da dentro di noi, orientata al nostro centro e non all’esterno e all’uomo. 
 
Questo può avvenire in percorsi di Counseling individuali e di gruppo volti a 
-riconoscere, valorizzare e imparare a leggere il nostro ciclo personale, con i suoi ritmi, il suo alternarsi di fasi, il suo andare e venire di energie;
-il trovare un canale di espressione personale e soddisfacente della propria creatività;
-l’imparare a riappropriarsi del tempo per sé e darsi tempo per far emergere modalità personali con cui si manifesta il “sentire” femminile;
-conoscere accettare e valorizzare le varie età della donna;
-sperimentare il sostegno, il nutrimento e la condivisione in gruppi al femminile e la sorellanza piuttosto che la rivalità orientata alla conquista di un uomo;
-il vivere e rappresentare in gruppo gli archetipi della coscienza femminile dell’essere Figlia e Madre.
 
  
[1]Aleramo S. (1906), Una donna, Feltrinelli, Universale economica, 1999 
[2]Woodman M. (2004), Puoi volare, farfalla, Edizioni Red, Lodi
[3]Noble V. (2006), Il risveglio della dea, Tea, Milano
[4]Bona A. (2009), L’insana passione di una donna chiamata Zerbina, Il Punto di Incontro, Vicenza 
[5]Bona A. (2006), Come riconoscere l’altra metà della mela evitando il bruco, Edizioni Pendragon, Bologna

I volti del femminile.
Viaggio alla scoperta delle dee dentro la donna.

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Un’esperienza di crescita particolarmente utile e stimolante è la partecipazione a percorsi di gruppo di auto conoscenza ed  auto consapevolezza basati sulle grandi Dee della mitologia greca[1], come connessione alla dimensione del mito e del Pantheon che è attivo dentro di noi in ogni momento della vita.

La domanda che mi sono posta è: in che misura i modelli archetipici delle divinità dell’antica mitologia greca sono tuttora validi per comprendere se stesse e possono essere uno strumento nella relazione di Counseling per accompagnare le donne verso il proprio benessere ed una piena autorealizzazione?
Lo stesso Carl Jung affermò come le qualità maschili in mitologia siano espresse dagli Dei ed il principio femminile dalle Dee.
Sto sperimentando come attraverso la conoscenza e l’identificazione della donna con la Dea o con le Dee che governano la propria personalità, spesso disegnate e incoraggiate dall’ambiente sociale e familiare, si può accompagnare la persona verso la scoperta del proprio archetipo interiorizzato di maschile e femminile che agisce dall’interno spesso inconsapevolmente.

Come scrive Jean S. Bolen, psicoanalista e docente di psichiatriapresso la University of California di San Francisco, “la prospettiva Junghiana mi ha fatto capire come le donne siano influenzate da potenti forze interne o archetipi che si possono vedere impersonati dalle divinità femminili greche. E la prospettiva femminista mi ha dato una comprensione di come forze esterne, o stereotipi - vale a dire i ruoli ai quali la società si aspetta che le donne si conformino – rinforzino alcuni modelli di Dee e ne rimuovano altri. edo quindi la donna come un essere preso“tra due fuochi”: un essere “agito” dall’interno, da archetipi di divinità femminili, e dall’esterno da stereotipi culturali[2]”.
 

La conoscenza delle divinità femminili attraverso percorsi di Counseling al femminile può rappresentare uno strumento che fornisce alla donna una chiave per la comprensione di sé e dei rapporti che stabilisce con gli uomini, con le altre donne e nelle relazioni. Conoscendo le molteplici caratteristiche delle Dee si contattano modelli che aiutano a conoscere e spiegare le differenze di personalità e immagini diverse di femminilità di fronte alle quali la donna può conoscersi e svilupparsi più pienamente; è possibile confrontarsi con loro e aprirsi ad un ventaglio di possibilità diverse di “essere donne” che liberano la creatività, la fantasia e le risorse sommerse.
Coltivando, proteggendo o limitando alcune caratteristiche incarnate dalle dee stesse si può arrivare a sfruttare il potere di questi eterni archetipi per realizzare pienamente la propria individualità sperimentando nuove modalità di visione di sè e degli altri e cambiamenti significativi verso una femminilità più piena e consapevole. 
 
A questo scopo nel corso di una serie di incontri di Counseling di gruppo potremo, seguendo la classificazione di Jean Bolen, conoscere la personalità delle Dee Vergini, Artemide, Atena, Estia
che rappresentano le qualità femminili dell’indipendenza e dell’autosufficienza e che incarnano quel modello di femminilità in cui gli attaccamenti emotivi non distolgono da ciò che esse ritengono importante, non agiscono da vittime e non soffrono; rappresentano quella parte di donna che l’uomo non riesce a possedere o “penetrare”, non viene toccata dal bisogno di un uomo o dalla sua approvazione, che esiste di per sé interamente separata da lui.
Quanto di queste dee è presente in noi? 
 
Quanto invece agiscono gli archetipi delle Dee Vulnerabili – Era, Demetra, Persefone?
Esse rappresentano i ruoli tradizionali di moglie, madre e figlia, Dee la cui identità ed il benessere dipendono dalla presenza, nella loro vita, di un rapporto significativo; ciò che le motiva è la gratificazione del rapporto, l’approvazione, l’amore e l’attenzione da parte di una figura maschile; sperimentano la possibilità di crescita attraverso la sofferenza ed una posizione di vittima passiva. 
 
E che spazio lasciamo invece ad Afrodite, Dea dell’amore e della bellezza, definita da Jean Bolen  Dea Alchemica in riferimento al potere di trasformazione che lei sola possedeva[3]?
Quanto vivo la sessualità come incontro profondo che fa di una esperienza fisica una esperienza estatica?
Quanto sperimento la sua apertura amorosa al mondo?
Quanto mi curo del mio corpo e del mio spirito, quanto spazio lascio alla creatività ed al creare armonia intorno a me?
Quanto attraggo per quello che sono piuttosto che per quello che dico o faccio? 
Quanto mi specchio e mi piaccio?
Quanto vivo l'amore soprattutto per me stessa?


All’interno di una relazione di aiuto il confronto della persona con le caratteristiche archetipiche delle varie Dee può portare a diventare consapevoli delle forze, esterne ed interne, che ci  influenzano e che determinano i rapporti con l’altro sesso; una donna può spiegarsi alcune difficoltà o affinità che sente per alcuni uomini piuttosto che per altri ed osservare il tipo di relazioni che ne derivano e quanto queste siano soddisfacenti per lei.
Con l’aiuto di questo strumento di auto esplorazione ed in un prospettiva di integrazione, attraverso il confronto empatico con altre donne e lavori esperienziali di gruppo, una donna può sperimentare cosa significhi attivare caratteristiche di alcune Dee, in lei al momento carenti o nascoste, piuttosto che altre e come questo si traduca non solo in un miglioramento della percezione della propria forza personale e autoefficacia ma in un effettivo e più pieno sviluppo del proprio potenziale, arrivando a sperimentare pienezza, autonomia, contatto con i propri bisogni più profondi e la propria sorgente di luce interiore e cambiamenti concreti nelle proprie relazioni amorose ed affettive.

[1]Bolen J. (1991), Le dee dentro la donna, Astrolabio Editore, Roma 
[2]Ibidem 
[3]Paris G. (1997), La rinascita di Afrodite, Moretti & Vitali, Bergamo

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Immagine tratta da:
La Nascita di Venere, dipinto a tempera su tela di lino  (172×278 cm)
di Sandro Botticelli,  1482-1485 circa Galleria degli Uffizi, Firenze

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Immagine:
Ratto di Persefone, Gruppo scultoreo di Gian Lorenzo Bernini, (1621-1622)
Galleria Borghese, Roma

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Artemide, Dea della caccia e della luna
Immagine:
La Diana di Versailles, copia Romana di una statua dello scultore greco 
Leocare (325 a.C. circa)
Museo del Louvre, Parigi

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Immagine tratta da:
Bona A. (2009), L’insana passione di una donna chiamata Zerbina,  Il Punto di Incontro, Vicenza


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Venere di Willendorf, Austria
(ca 23.000-19.000 a.C.)
roccia calcarea, altezza cm 11


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Atena, dea della saggezza e dei mestieri.
Immagine:
Pallade Atena, Statua di fronte al parlamento Austriaco, Vienna


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Persefone
Immagine:
ll ritorno di Persefone, Frederic Leighton, 1891


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Afrodite, dea dell'amore e della bellezza
Immagine:
La nascita di Venere di William-Adolphe Bouguereau, 1879, Musée d'Orsay, Parigi

Prossimo laboratorio in partenza

I volti del femminile. Viaggio alla scoperta delle dee dentro la donna.

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Condotto da: Simona Casati e Patrizia Renzoni

Il laboratorio si attiva ogni Autunno ed in qualunque periodo dell'anno, se si raggiunge il numero minimo di 14 partecipanti.


Il  laboratorio ‘I VOLTI DEL FEMMINILE’ è un percorso pensato per donne che hanno
desiderio e curiosità di conoscersi e comprendersi attraverso la conoscenza
di immagini di femminilità legate alle Dee della Grecia antica che, con  i loro miti e i modelli che rappresentano, simbolizzano la complessità, l’intensità, e la policromia della personalità femminile.
 
Al livello di consapevolezza personale, un lavoro sulle divinità femminili greche può essere particolarmente significativo perché gli dei e le dee che abitavano l'Olimpo possedevano qualità molto umane: modi di agire, reazioni emotive, sembianze e mitologia  utili alle donne di oggi per comprendere i propri modelli di esistenza e di comportamento. 

Una donna, infatti, nelle sue diverse fasi di vita, può avvicinarsi al modello di una dea piuttosto che a quello di un’altra e può essere interessante e stimolante, esplorare insieme i punti di forza e i limiti della dea o dee che la rappresentano, per
aiutarla a trarre il meglio per sé stessa, da ciò che è adesso, ed a prendere in esame una possibile evoluzione verso una maggior soddisfazione e realizzazione di sé.


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Simona Casati
Professional Counselor
Trainer Counselor
Email: simona@architetturedamore.it
Cell: +39 328 6131600

Registro AssoCounseling n.A0856 - Professione disciplinata ai sensi della Legge n° 4/2013
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