Il Mito del mese
Nell'energia del periodo autunnale:
PERSEFONE fanciulla e regina degli Inferi
Tratto e adattato da : "Le dee dentro la donna” di Jean Shinoda Bolen, Astrolabio-Ubaldini Editore, 1991
La dea Persefone, che i romani chiamavano Proserpina o Cora, era venerata in due modi, come fanciulla, o Kore (che significa 'giovinetta') e come regina degli Inferi.
Kore era una giovane dea slanciata e bellissima, associata ai simboli della fertilità: il melograno, il grano, i cereali e il narciso, il fiore che la adescò.
Come regina degli Inferi, Persefone è una donna matura, che regna sulle anime dei morti, guida i viventi agli Inferi e pretende per sé ciò che vuole.
Benché Persefone non fosse una delle dodici divinità dell'Olimpo, era la figura centrale dei Misteri Eleusini, che per duemila anni prima del cristianesimo furono la più importante religione dei greci, nei quali si viveva l’esperienza del ritorno, o del rinnovarsi della vita dopo la morte, attraverso la ricomparsa annuale di Persefone dall’oltretomba.
Genealogia e mitologia
Persefone fu l’unica figlia di Demetra e di Zeus.
La mitologia greca, caso insolito, ne tace le circostanze del concepimento. All’inizio del mito di Demetra-Persefone, Persefone era una fanciulla spensierata, che accoglieva fiori e giocava con le amiche. Poi all’improvviso Ade emerse sul suo carro da una fenditura della terra, ghermì la
fanciulla piangente e la portò nel mondo sotterraneo per farne la propria riluttante sposa. Demetra non accettò la situazione, abbandonò l’Olimpo, si diede da fare perché Persefone tornasse, e infine costrinse Zeus a cedere ai suoi desideri.
Zeus mandò Ermes, il messaggero degli dèi, a riprendere Persefone. Ermes giunse nel mondo sotterraneo e trovò una Persefone sconsolata, la cui disperazione si trasformò però in gioia quando scoprì che egli era lì per lei e che Ade l’avrebbe lasciata libera. Tuttavia, prima di lasciarla andare, Ade le diede alcuni semi di melograno che lei mangiò. Quindi salì sul carro con Ermes che la riportò velocemente da Demetra.
Madre e figlia, una volta ritrovate, si abbracciarono con gioia, e Demetra si informò ansiosamente se Persefone non avesse per caso mangiato qualcosa, nel mondo degli Inferi. Lei rispose di aver mangiato alcuni semi di melograno perché Ade l’aveva costretta a farlo "con la violenza e contro il suo volere" (cosa non vera). Demetra accettò la storia, e il ciclo che ne seguì. Se Persefone non avesse mangiato niente, le sarebbe stata restituita senza condizioni. Invece, avendo mangiato i semi di melograno, ora avrebbe trascorso un terzo dell'anno agli Inferi con Ade, e due terzi nel mondo dei vivi, con lei. In seguito Persefone divenne regina degli Inferi.
Quando eroi ed eroine della mitologia greca si recavano nel regno dei morti, Persefone era là a riceverli e a fare loro da guida (nessuno la trovò assente. Non c'era mai sulla porta un biglietto che dicesse: "Tornata a casa dalla madre", anche se il mito ci dice che era così per i due terzi dell'anno).
Nell’Odissea, l’eroe Ulisse si recò agli Inferi, dove Persefone gli mostrò le anime di donne leggendarie; nel mito di Eros e Psiche, l’ultimo compito di Psiche fu quello di discendere nel mondo sotterraneo con uno scrigno che Persefone doveva riempire con l’unguento dell’eterna giovinezza per Afrodite; l’ultima delle dodici fatiche di Ercole portò anche lui da Persefone: l’eroe doveva ottenere il suo permesso di portare via Cerbero, il feroce cane da guardia dalle tre teste, che domò e mise al guinzaglio.
Persefone lottò contro Afrodite per il possesso di Adone, il bel giovane che fu amato da entrambe le dee. Afrodite lo aveva nascosto in una cassa e mandato a Persefone perché lo custodisse. Ma nell’aprire la cassa, la regina degli Inferi fu a sua volta rapita dalla sua bellezza e si rifiutò di
restituirlo: ora lottava per Adone contro un'altra divinità, come Demetra e Ade avevano fatto per lei. La disputa venne portata davanti a Zeus, il quale decise che Adone avrebbe trascorso un terzo dell’anno con Persefone, un terzo con Afrodite, e che sarebbe stato libero per il tempo restante.
La dea Persefone, che i romani chiamavano Proserpina o Cora, era venerata in due modi, come fanciulla, o Kore (che significa 'giovinetta') e come regina degli Inferi.
Kore era una giovane dea slanciata e bellissima, associata ai simboli della fertilità: il melograno, il grano, i cereali e il narciso, il fiore che la adescò.
Come regina degli Inferi, Persefone è una donna matura, che regna sulle anime dei morti, guida i viventi agli Inferi e pretende per sé ciò che vuole.
Benché Persefone non fosse una delle dodici divinità dell'Olimpo, era la figura centrale dei Misteri Eleusini, che per duemila anni prima del cristianesimo furono la più importante religione dei greci, nei quali si viveva l’esperienza del ritorno, o del rinnovarsi della vita dopo la morte, attraverso la ricomparsa annuale di Persefone dall’oltretomba.
Genealogia e mitologia
Persefone fu l’unica figlia di Demetra e di Zeus.
La mitologia greca, caso insolito, ne tace le circostanze del concepimento. All’inizio del mito di Demetra-Persefone, Persefone era una fanciulla spensierata, che accoglieva fiori e giocava con le amiche. Poi all’improvviso Ade emerse sul suo carro da una fenditura della terra, ghermì la
fanciulla piangente e la portò nel mondo sotterraneo per farne la propria riluttante sposa. Demetra non accettò la situazione, abbandonò l’Olimpo, si diede da fare perché Persefone tornasse, e infine costrinse Zeus a cedere ai suoi desideri.
Zeus mandò Ermes, il messaggero degli dèi, a riprendere Persefone. Ermes giunse nel mondo sotterraneo e trovò una Persefone sconsolata, la cui disperazione si trasformò però in gioia quando scoprì che egli era lì per lei e che Ade l’avrebbe lasciata libera. Tuttavia, prima di lasciarla andare, Ade le diede alcuni semi di melograno che lei mangiò. Quindi salì sul carro con Ermes che la riportò velocemente da Demetra.
Madre e figlia, una volta ritrovate, si abbracciarono con gioia, e Demetra si informò ansiosamente se Persefone non avesse per caso mangiato qualcosa, nel mondo degli Inferi. Lei rispose di aver mangiato alcuni semi di melograno perché Ade l’aveva costretta a farlo "con la violenza e contro il suo volere" (cosa non vera). Demetra accettò la storia, e il ciclo che ne seguì. Se Persefone non avesse mangiato niente, le sarebbe stata restituita senza condizioni. Invece, avendo mangiato i semi di melograno, ora avrebbe trascorso un terzo dell'anno agli Inferi con Ade, e due terzi nel mondo dei vivi, con lei. In seguito Persefone divenne regina degli Inferi.
Quando eroi ed eroine della mitologia greca si recavano nel regno dei morti, Persefone era là a riceverli e a fare loro da guida (nessuno la trovò assente. Non c'era mai sulla porta un biglietto che dicesse: "Tornata a casa dalla madre", anche se il mito ci dice che era così per i due terzi dell'anno).
Nell’Odissea, l’eroe Ulisse si recò agli Inferi, dove Persefone gli mostrò le anime di donne leggendarie; nel mito di Eros e Psiche, l’ultimo compito di Psiche fu quello di discendere nel mondo sotterraneo con uno scrigno che Persefone doveva riempire con l’unguento dell’eterna giovinezza per Afrodite; l’ultima delle dodici fatiche di Ercole portò anche lui da Persefone: l’eroe doveva ottenere il suo permesso di portare via Cerbero, il feroce cane da guardia dalle tre teste, che domò e mise al guinzaglio.
Persefone lottò contro Afrodite per il possesso di Adone, il bel giovane che fu amato da entrambe le dee. Afrodite lo aveva nascosto in una cassa e mandato a Persefone perché lo custodisse. Ma nell’aprire la cassa, la regina degli Inferi fu a sua volta rapita dalla sua bellezza e si rifiutò di
restituirlo: ora lottava per Adone contro un'altra divinità, come Demetra e Ade avevano fatto per lei. La disputa venne portata davanti a Zeus, il quale decise che Adone avrebbe trascorso un terzo dell’anno con Persefone, un terzo con Afrodite, e che sarebbe stato libero per il tempo restante.
L'archetipo Persefone
A differenza di Era e di Demetra, che rappresentano modelli archetipici dominati da istinti potenti, il modello Persefone non avverte quella spinta. Se è lei a fornire la struttura portante della personalità, la donna non è predisposta ad agire, ma a essere agita dagli altri, vale a dire ad avere un comportamento condiscendente e un atteggiamento passivo. Persefone nel suo aspetto di fanciulla fa sì che la donna sembri eternamente giovane. La dea Persefone aveva due aspetti: era Kore e regina degli Inferi. Questa dualità è presente anche sotto forma di modelli archetipici. La donna Persefone può essere influenzata da uno dei due aspetti, passare dall’uno all'altro, oppure averli entrambi dentro di sé. Kore: la fanciulla archetipica Kore era la fanciulla senza nome e rappresenta la giovane che ignora chi sia ed è ancora inconsapevole dei propri desideri o delle proprie forze. La maggior parte delle donne giovani, prima di sposarsi o di decidere della propria carriera, passa per la fase Kore. Altre rimangono fanciulle per tutta la vita: non si impegnano né in un rapporto, né in un lavoro, né in una meta culturale, anche se, di fatto, vivono un rapporto, hanno un lavoro o frequentano l’università, o addirittura una scuola di specializzazione. Qualsiasi cosa stiano facendo, non sembra la facciano 'per davvero’. II loro atteggiamento è quello dell’eterna adolescente, indecisa su ciò che vuole essere 'da grande', in attesa di qualcosa o di qualcuno che trasformi la sua vita. La bambina della mamma Persefone e Demetra rappresentano un modello madre-figlia assai comune, dove la figlia è troppo legata alla madre per sviluppare un senso di sé indipendente. Il motto che definisce questo rapporto è: "Mamma lo sa meglio di tutti". |
Immagine:
Ratto di Persefone, Gruppo scultoreo di Gian Lorenzo Bernini, (1621-1622) Galleria Borghese, Roma |
La figlia Persefone vuole compiacere la madre. Questo desiderio la spinge a essere 'una brava ragazza', obbediente, attenta, che spesso vive al riparo o 'protetta' da esperienze che presentino anche una minima possibilità di rischio.
Benché la madre sembri forte e indipendente, questo aspetto spesso è ingannatore. Può infatti accadere che alimenti la dipendenza della figlia per tenersela vicina, oppure che abbia bisogno di lei come un'estensione di sé, attraverso cui vive in maniera sostitutiva.
La donna-anima
La nota analista junghiana Esther Harding inizia il suo libro La strada della donna descrivendo il tipo di donna che è 'tutto per qualsiasi uomo'. È la 'donna anima' che si adatta a tutti i desideri di 'lui', si fa bella per 'lui', lo affascina, lo compiace". Non "è abbastanza consapevole di sé da essere capace di dare un'immagine di quella che è la sua vita soggettiva".
La Harding parla della facilità con cui la 'donna anima' assume su di sé la proiezione dell'immagine inconscia che un uomo ha della donna (questa anima) e inconsciamente si conforma all'immagine. La descrive così: "È come un cristallo dalle mille facce, che gira automaticamente senza alcuna volontà propria... Grazie a questa adattabilità viene messa in luce ora una faccia, ora l'altra, ma all'osservatore viene presentata sempre quella che meglio riflette la sua anima".
Un'innata ricettività rende la donna Persefone assai duttile. Se persone significative proiettano su di lei un'immagine o un'aspettativa, all'inizio non si oppone. Segue un modello camaleontico, 'prova' qualsiasi cosa gli altri si aspettino da lei. È questa qualità che la predispone a essere
'donna anima'; inconsciamente, si conforma a quello che un uomo vuole che lei sia. Con uno è la fanatica del tennis che è di casa nell'ambiente del circolo sportivo; con un altro siede dietro di lui sulla moto e sfreccia a tutto gas sull'autostrada; e per un terzo è la modella che lui dipinge innocente e ingenua; e agli occhi di lui lo è veramente.
La donna bambina
Prima di essere rapita, Persefone era una donna-bambina, ignara delle proprie attrattive sessuali e della propria bellezza. Questa combinazione archetipica di sessualità e innocenza permea la cultura occidentale, dove la donna desiderabile è la gattina sexy, la donna con il look da ninfetta, che posa nuda per Playboy. Non è necessario che la donna Persefone sia giovane o sessualmente inesperta perché le manchi il senso della propria sensualità o sessualità. Fintanto che rimane psicologicamente Kora, la sessualità rimane in lei sopita. Benché piacere agli uomini le piaccia, manca di passione e spesso non ha l’orgasmo.
In Giappone, ancor più che in Occidente, la donna ideale assomiglia a Persefone. È tranquilla, riservata, compiacente; impara che non deve mai dire di no in maniera diretta: viene educata a evitare di disturbare l’armonia esprimendo dissenso o con atteggiamenti sgradevoli. La donna
giapponese ideale rimane graziosamente presente, ma sullo sfondo, anticipa le necessità degli uomini e apparentemente accetta il proprio destino.
Guida al mondo degli inferi
Benché la prima esperienza di Persefone nel mondo degli Inferi sia stata quella della vittima rapita, in un secondo tempo ne divenne la regina,
la guida a chi visitava quei luoghi. Come nel mito, questo aspetto dell’archetipo si sviluppa come risultato dell’esperienza e della maturazione.
Simbolicamente, il mondo degli Inferi può rappresentare gli strati più profondi della psiche, il luogo dove giacciono 'sepolti' ricordi e sentimenti (l’inconscio personale) e dove si trovano immagini, modelli, istinti e sentimenti archetipici comuni a tutta l’umanità (l’inconscio collettivo).
Quando queste aree vengono esplorate in analisi, nei sogni si producono immagini sotterranee. La sognatrice si trova in uno scantinato, spesso con molti corridoi e stanze che assomigliano talvolta a un labirinto; oppure in un mondo sotterraneo o in una grotta profonda, dove incontra gente, oggetti o animali che la terrorizzano, la spaventano o la interessano, a seconda che tema o no questo regno dentro di sé.
Persefone regina e guida agli Inferi rappresenta la capacità di muoversi fra la realtà egoica del mondo ‘oggettivo' e la realtà inconscia o archetipica della psiche. Quando l'archetipo Persefone è attivo, è possibile che la donna operi una mediazione fra i due livelli, integrandoli
entrambi nella personalità, e faccia da guida ad altri che 'visitano' il mondo sotterraneo nei sogni e nelle fantasie, o aiuti coloro che 'vengono
rapiti' e che perdono il contatto con la realtà.
Benché la madre sembri forte e indipendente, questo aspetto spesso è ingannatore. Può infatti accadere che alimenti la dipendenza della figlia per tenersela vicina, oppure che abbia bisogno di lei come un'estensione di sé, attraverso cui vive in maniera sostitutiva.
La donna-anima
La nota analista junghiana Esther Harding inizia il suo libro La strada della donna descrivendo il tipo di donna che è 'tutto per qualsiasi uomo'. È la 'donna anima' che si adatta a tutti i desideri di 'lui', si fa bella per 'lui', lo affascina, lo compiace". Non "è abbastanza consapevole di sé da essere capace di dare un'immagine di quella che è la sua vita soggettiva".
La Harding parla della facilità con cui la 'donna anima' assume su di sé la proiezione dell'immagine inconscia che un uomo ha della donna (questa anima) e inconsciamente si conforma all'immagine. La descrive così: "È come un cristallo dalle mille facce, che gira automaticamente senza alcuna volontà propria... Grazie a questa adattabilità viene messa in luce ora una faccia, ora l'altra, ma all'osservatore viene presentata sempre quella che meglio riflette la sua anima".
Un'innata ricettività rende la donna Persefone assai duttile. Se persone significative proiettano su di lei un'immagine o un'aspettativa, all'inizio non si oppone. Segue un modello camaleontico, 'prova' qualsiasi cosa gli altri si aspettino da lei. È questa qualità che la predispone a essere
'donna anima'; inconsciamente, si conforma a quello che un uomo vuole che lei sia. Con uno è la fanatica del tennis che è di casa nell'ambiente del circolo sportivo; con un altro siede dietro di lui sulla moto e sfreccia a tutto gas sull'autostrada; e per un terzo è la modella che lui dipinge innocente e ingenua; e agli occhi di lui lo è veramente.
La donna bambina
Prima di essere rapita, Persefone era una donna-bambina, ignara delle proprie attrattive sessuali e della propria bellezza. Questa combinazione archetipica di sessualità e innocenza permea la cultura occidentale, dove la donna desiderabile è la gattina sexy, la donna con il look da ninfetta, che posa nuda per Playboy. Non è necessario che la donna Persefone sia giovane o sessualmente inesperta perché le manchi il senso della propria sensualità o sessualità. Fintanto che rimane psicologicamente Kora, la sessualità rimane in lei sopita. Benché piacere agli uomini le piaccia, manca di passione e spesso non ha l’orgasmo.
In Giappone, ancor più che in Occidente, la donna ideale assomiglia a Persefone. È tranquilla, riservata, compiacente; impara che non deve mai dire di no in maniera diretta: viene educata a evitare di disturbare l’armonia esprimendo dissenso o con atteggiamenti sgradevoli. La donna
giapponese ideale rimane graziosamente presente, ma sullo sfondo, anticipa le necessità degli uomini e apparentemente accetta il proprio destino.
Guida al mondo degli inferi
Benché la prima esperienza di Persefone nel mondo degli Inferi sia stata quella della vittima rapita, in un secondo tempo ne divenne la regina,
la guida a chi visitava quei luoghi. Come nel mito, questo aspetto dell’archetipo si sviluppa come risultato dell’esperienza e della maturazione.
Simbolicamente, il mondo degli Inferi può rappresentare gli strati più profondi della psiche, il luogo dove giacciono 'sepolti' ricordi e sentimenti (l’inconscio personale) e dove si trovano immagini, modelli, istinti e sentimenti archetipici comuni a tutta l’umanità (l’inconscio collettivo).
Quando queste aree vengono esplorate in analisi, nei sogni si producono immagini sotterranee. La sognatrice si trova in uno scantinato, spesso con molti corridoi e stanze che assomigliano talvolta a un labirinto; oppure in un mondo sotterraneo o in una grotta profonda, dove incontra gente, oggetti o animali che la terrorizzano, la spaventano o la interessano, a seconda che tema o no questo regno dentro di sé.
Persefone regina e guida agli Inferi rappresenta la capacità di muoversi fra la realtà egoica del mondo ‘oggettivo' e la realtà inconscia o archetipica della psiche. Quando l'archetipo Persefone è attivo, è possibile che la donna operi una mediazione fra i due livelli, integrandoli
entrambi nella personalità, e faccia da guida ad altri che 'visitano' il mondo sotterraneo nei sogni e nelle fantasie, o aiuti coloro che 'vengono
rapiti' e che perdono il contatto con la realtà.
Immagine:
ll ritorno di Persefone, Frederic Leighton, 1891 Immagine:
Ratto di Proserpina, Luca Giordano, 1684-1686 Palazzo Medici-Riccardi Firenze |
Come coltivare Persefone
Attribuire un valore positivo alla ricettività è il primo passo per coltivare Persefone. Un atteggiamento aperto agli altri può essere sviluppato a livello cosciente prestando ascolto a ciò che gli altri hanno da dire, cercando di vedere le cose dal loro punto di vista e astenendosi dai giudizi critici (o dai pregiudizi). È possibile sviluppare un atteggiamento aperto anche nei confronti della propria psiche. Un primo passo necessario è la gentilezza verso sé stesse (anziché l’impazienza o l'autocritica), specialmente nei momenti in cui ci si sente come 'un terreno lasciato a maggese'. Molte donne imparano che i periodi di pausa improduttiva possono essere momenti terapeutici di tregua, che precedono un nuovo impulso di attività o di creatività, solo dopo che hanno imparato ad accettarli come una fase e non come una colpa. Prestare attenzione ai sogni, spesso da buoni frutti. Uno sforzo per ricordarli e scriverli ogni mattina mantiene vive le immagini. Spesso, così facendo, si sviluppa l’intuizione profonda del loro significato, perché è possibile ricordarli e rifletterci su. Chi cerca di cogliere impressioni extra-sensoriali può anche sviluppare una percezione in tal senso e imparare ad accogliere in sé immagini che nascono spontanee nella mente. Difficoltà psicologiche La dea Persefone fu una figlia spensierata fino a che non venne rapita e violentata da Ade, e per un certo tempo fu una moglie impotente, prigioniera e riluttante. Fu liberata grazie agli sforzi della madre, ma poiché aveva mangiato i semi di melograno, avrebbe dovuto passare parte dell’anno sulla terra con Demetra e parte nel mondo sotterraneo con Ade. Solo più tardi sarebbe diventata regina e guida al mondo degli Inferi. Ogni diverso momento del mito ha un correlato nella vita reale. Come la dea, la donna Persefone può evolvere attraverso le varie tappe e maturare come conseguenza di quanto le accade, ma può anche rimanere fissata a una fase. A differenza di Era e Demetra, che rappresentano istinti forti a cui spesso, per crescere, occorre resistere, Persefone induce la donna alla passività e alla condiscendenza, rendendola facilmente succube degli altri. Meno caratterizzata e meno definita di tutte le altre dee, ciò che la contraddistingue è la mancanza di orientamento e di iniziativa. Ma di tutte le dee, è quella dotata delle migliori potenzialità di crescita. Identificazione con Persefone o Kore Vivere come Kore significa essere l’eterna fanciulla che non si impegna in niente e con nessuno, perché, con una scelta definita, vengono meno le alternative possibili. Per di più, questa donna pensa di avere a disposizione tutto il tempo che vuole per decidere, e quindi di poter aspettare fino a che qualcosa non la spinga ad agire. Vive nel Paese-che-non-c'è, come Wendy con Peter Pan e i bambini smarriti, vagabondando e giocando con la vita. Se vuole crescere, deve ritornare alla vita reale. Wendy, naturalmente, fece questo tipo di scelta. Disse addio a Peter Pan e rientrò a volo dalla finestra nella sua camera di bambina lasciata tanto tempo prima, sapendo che ora sarebbe diventata grande. |
La soglia che la donna Persefone deve varcare è una soglia psicologica. Per crescere, deve imparare tanto a impegnarsi, quanto a essere all’altezza di questi impegni. Ha difficoltà a dire di sì e a tenere fede a qualsiasi cosa cui dà la propria adesione. Rispettare gli appuntamenti, terminare gli studi, impegnarsi nel matrimonio, educare i figli o non abbandonare un lavoro, sono tutti compiti difficili per chi vuole giocare con la vita. Crescere implica lottare contro l’irresolutezza, la passività, l’inerzia; quando la scelta cessa di essere un gioco, occorre prendere una decisione e mantenere l’impegno.
Modi di crescere
Per impegnarsi, la donna Persefone deve lottare con la Kore che è in lei. Deve decidere di sposarsi e dire di sì senza riserve mentali. Se lo fa, il matrimonio può gradualmente trasformarla da eterna fanciulla in donna matura.
Se affronta un lavoro, anche in questo caso deve impegnarsi a non abbandonarlo, sia per realizzare la propria crescita personale, sia per avere
successo.
La donna Persefone può superare la dimensione della Persefone Kore se è costretta ad affrontare la vita con le sue sole forze e prendersi cura di sé. Per molte figlie viziate, la prima volta in cui si realizza questa possibilità di indipendenza è il divorzio. Fino a quel momento, hanno fatto esattamente quanto ci si aspettava da loro: sono state figlie protette e hanno sposato giovani come si deve. Se hanno divorziato, in parte è perché consideravano il matrimonio una prigione. Il matrimonio non le ha trasformate: al contrario, ora scoprono che il rito di passaggio è il divorzio.
Soltanto quando non hanno più qualcuno che fa le cose per loro, o di cui lamentarsi, certe donne Persefone possono crescere. Il bisogno diventa il loro maestro, quando devono affrontare i rubinetti che perdono, i conti che non tornano e la necessità di lavorare.
La donna Persefone può crescere seguendo molte direzioni diverse che fanno parte del potenziale inerente all’archetipo, attivando gli archetipi di altre dee, o sviluppando l'Animus.
Diventare una donna appassionata e sensuale
Persefone può essere una donna frigida, che quando fa l'amore si sente violentata, o semplicemente condiscendente. Ma può anche trasformarsi in una signora sensuale e sexy.
Spesso ho avuto sentore di questa trasformazione in donne che sono passate nel mio studio, o nelle mogli di uomini che me ne hanno parlato.
E in realtà, l’iniziazione sessuale, che mette la donna in contatto con questa dimensione, è un potenziale dell'archetipo Persefone conforme alla sua mitologia. Una volta che Persefone fu diventata regina degli Inferi, stabilì un legame o un vincolo con Afrodite, dea dell'amore e della bellezza, di cui Persefone può rappresentare l’aspetto sotterraneo; Persefone è una sessualità più introversa, o una sessualità sopita.
Nel mito, Adone fu amato tanto da lei quanto da Afrodite. Ed entrambe le dee hanno in comune il simbolo del melograno.
Inoltre, il fatto che Persefone avesse accettato il melograno da Ade,significava che sarebbe tornata da lui di propria volontà. Con questo atto cessava di essere una sposa riluttante. Divenne sua moglie e regina degli Inferi, non più la sua prigioniera.
Nella vita reale, talvolta dopo anni di matrimonio, può accadere che una moglie Persefone cessi di sentirsi prigioniera di un marito opprimente ed
egoista con il quale ha condotto fino a un certo momento una vita coniugale carica di risentimento. Solo quando riesce a vederlo come un uomo vulnerabile, rispettabile e imperfetto, solo quando riesce a sentire che la ama, può provare sentimenti diversi.
Quando la percezione si trasforma, per la prima volta da quando sono sposati, egli saprà che lei sta con lui per restare e che lo ama. In questo
nuovo contesto di fiducia e di apprezzamento, lei potrà provare per la prima volta l’orgasmo e vedere il marito come Dioniso, colui che risveglia in lei la passione, anziché come Ade, colui che l’ha rapita.
Nell’antica Grecia, lo spirito inebriante di Dioniso portava le donne al culmine dell’estasi sessuale. Il dio veniva adorato in baccanali sulle montagne dalle donne greche, che periodicamente lasciavano il ruolo tradizionale di donne rispettabili, il focolare e la casa per partecipare alle orge religiose. Dioniso le trasformava in menadi sfrenate.
La tradizione e il mito legano insieme Ade e Dioniso: si diceva che Dioniso dormisse nella casa di Persefone, negli intervalli fra un suo ritorno e l’altro sulla terra.
Il filosofo Eraclito diceva: "Ade e Dioniso, per i quali loro (le donne) impazziscono e infuriano, sono la stessa persona".
La moderna Persefone può fare un analogo incontro 'dionisiaco'.
La guida al mondo degli inferi
Una volta che la donna Persefone sia scesa nelle profondità di sé stessa, abbia esplorato il regno profondo del mondo archetipico e non tema di farvi ritorno per ripeterne l’esperienza, è in grado di mediare fra la realtà ordinaria e quella non ordinaria. Ha fatto esperienze irrazionali arcane o terrificanti, ha avuto allucinazioni o incontri spirituali numinosi.
Se riesce a trasmettere ciò che in tal modo ha appreso, può diventare guidaagli altri. E una donna Persefone che sia stata nel mondo degli Inferi e ne abbia fatto ritorno, può anche diventare una terapeuta-guida, capace di mettere in comunicazione gli altri con il loro mondo profondo, guidandoli alla ricerca del significato simbolico e alla comprensione di quanto scoprono in esso.
Modi di crescere
Per impegnarsi, la donna Persefone deve lottare con la Kore che è in lei. Deve decidere di sposarsi e dire di sì senza riserve mentali. Se lo fa, il matrimonio può gradualmente trasformarla da eterna fanciulla in donna matura.
Se affronta un lavoro, anche in questo caso deve impegnarsi a non abbandonarlo, sia per realizzare la propria crescita personale, sia per avere
successo.
La donna Persefone può superare la dimensione della Persefone Kore se è costretta ad affrontare la vita con le sue sole forze e prendersi cura di sé. Per molte figlie viziate, la prima volta in cui si realizza questa possibilità di indipendenza è il divorzio. Fino a quel momento, hanno fatto esattamente quanto ci si aspettava da loro: sono state figlie protette e hanno sposato giovani come si deve. Se hanno divorziato, in parte è perché consideravano il matrimonio una prigione. Il matrimonio non le ha trasformate: al contrario, ora scoprono che il rito di passaggio è il divorzio.
Soltanto quando non hanno più qualcuno che fa le cose per loro, o di cui lamentarsi, certe donne Persefone possono crescere. Il bisogno diventa il loro maestro, quando devono affrontare i rubinetti che perdono, i conti che non tornano e la necessità di lavorare.
La donna Persefone può crescere seguendo molte direzioni diverse che fanno parte del potenziale inerente all’archetipo, attivando gli archetipi di altre dee, o sviluppando l'Animus.
Diventare una donna appassionata e sensuale
Persefone può essere una donna frigida, che quando fa l'amore si sente violentata, o semplicemente condiscendente. Ma può anche trasformarsi in una signora sensuale e sexy.
Spesso ho avuto sentore di questa trasformazione in donne che sono passate nel mio studio, o nelle mogli di uomini che me ne hanno parlato.
E in realtà, l’iniziazione sessuale, che mette la donna in contatto con questa dimensione, è un potenziale dell'archetipo Persefone conforme alla sua mitologia. Una volta che Persefone fu diventata regina degli Inferi, stabilì un legame o un vincolo con Afrodite, dea dell'amore e della bellezza, di cui Persefone può rappresentare l’aspetto sotterraneo; Persefone è una sessualità più introversa, o una sessualità sopita.
Nel mito, Adone fu amato tanto da lei quanto da Afrodite. Ed entrambe le dee hanno in comune il simbolo del melograno.
Inoltre, il fatto che Persefone avesse accettato il melograno da Ade,significava che sarebbe tornata da lui di propria volontà. Con questo atto cessava di essere una sposa riluttante. Divenne sua moglie e regina degli Inferi, non più la sua prigioniera.
Nella vita reale, talvolta dopo anni di matrimonio, può accadere che una moglie Persefone cessi di sentirsi prigioniera di un marito opprimente ed
egoista con il quale ha condotto fino a un certo momento una vita coniugale carica di risentimento. Solo quando riesce a vederlo come un uomo vulnerabile, rispettabile e imperfetto, solo quando riesce a sentire che la ama, può provare sentimenti diversi.
Quando la percezione si trasforma, per la prima volta da quando sono sposati, egli saprà che lei sta con lui per restare e che lo ama. In questo
nuovo contesto di fiducia e di apprezzamento, lei potrà provare per la prima volta l’orgasmo e vedere il marito come Dioniso, colui che risveglia in lei la passione, anziché come Ade, colui che l’ha rapita.
Nell’antica Grecia, lo spirito inebriante di Dioniso portava le donne al culmine dell’estasi sessuale. Il dio veniva adorato in baccanali sulle montagne dalle donne greche, che periodicamente lasciavano il ruolo tradizionale di donne rispettabili, il focolare e la casa per partecipare alle orge religiose. Dioniso le trasformava in menadi sfrenate.
La tradizione e il mito legano insieme Ade e Dioniso: si diceva che Dioniso dormisse nella casa di Persefone, negli intervalli fra un suo ritorno e l’altro sulla terra.
Il filosofo Eraclito diceva: "Ade e Dioniso, per i quali loro (le donne) impazziscono e infuriano, sono la stessa persona".
La moderna Persefone può fare un analogo incontro 'dionisiaco'.
La guida al mondo degli inferi
Una volta che la donna Persefone sia scesa nelle profondità di sé stessa, abbia esplorato il regno profondo del mondo archetipico e non tema di farvi ritorno per ripeterne l’esperienza, è in grado di mediare fra la realtà ordinaria e quella non ordinaria. Ha fatto esperienze irrazionali arcane o terrificanti, ha avuto allucinazioni o incontri spirituali numinosi.
Se riesce a trasmettere ciò che in tal modo ha appreso, può diventare guidaagli altri. E una donna Persefone che sia stata nel mondo degli Inferi e ne abbia fatto ritorno, può anche diventare una terapeuta-guida, capace di mettere in comunicazione gli altri con il loro mondo profondo, guidandoli alla ricerca del significato simbolico e alla comprensione di quanto scoprono in esso.
Registro AssoCounseling n. A0856 - Professione disciplinata ai sensi della Legge n° 4/2013